Nell’ambito di un’indagine legale, la tossicologia forense determina l’uso di droghe, l’avvelenamento o l’esposizione a sostanze tossiche.
In tossicologia forense, quali tipi di campioni vengono raccolti?
In tossicologia forense, i campioni di sangue, urina e capelli sono i più comuni, poiché possono essere raccolti in modo non invasivo e forniscono una grande quantità di informazioni sulle sostanze passate e attuali.
La raccolta di campioni post mortem è spesso seguita da un esame del tratto gastrointestinale, che può contenere tracce di droghe o tossine ancora da digerire. È anche possibile determinare la causa della morte dal fegato, dalla milza, dal vitreo dell’occhio e dal cervello.
Il campione di sangue di un individuo può essere utilizzato per determinare se era sotto l’influenza di droghe o tossine al momento del prelievo, come nel caso di sospetto di guida in stato di ebbrezza.
I campioni di sangue post-mortem sono tra i più importanti in tossicologia forense e i campioni devono essere raccolti sia dal cuore che da un’estremità, poiché il trauma e la diffusione di droghe possono contaminare il campione.
A causa della velocità graduale con cui le droghe vengono metabolizzate, i campioni di urina forniscono una forte prova del consumo di molte droghe e altri composti.
Poiché i metaboliti vengono incorporati nei capelli attraverso i follicoli, i capelli possono essere utilizzati per determinare l’esposizione a lungo termine e persino la data di esposizione a tossine o droghe. Alcuni mesi dopo la morte, l’umor vitreo, una sostanza gelatinosa all’interno dell’occhio, può fornire la prova del consumo di droghe, compresa la cocaina.
Le droghe e le tossine possono accumularsi nel fegato, per cui spesso è utile un esame approfondito del sistema epatobiliare. Oltre alla milza, che è una riserva di globuli rossi che può essere utilizzata per determinare l’esposizione al monossido di carbonio, questo sistema comprende anche i reni.
In che modo vengono rilevate le tossine?
Per rilevare le tossine vengono utilizzati diversi metodi analitici per determinare qualitativamente, e talvolta quantitativamente, la presenza di farmaci o tossine nel corpo di un individuo. Esistono molti metodi per separare i composti da quelli presenti in un campione, ma la gascromatografia è uno dei più versatili e utili.
È possibile dedurre la struttura di ciascun composto dal suo tempo di ritenzione. La gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa e alla spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) fornisce ampi dati per identificare e quantificare un particolare composto, anche se presente a concentrazioni molto basse.
Di solito vengono eseguiti alcuni test di screening iniziali per verificare provvisoriamente la presenza di determinati composti prima di applicare tecniche analitiche più approfondite. Un test colorimetrico può indicare la necessità di altri test, sia in senso positivo che negativo.
Inoltre, la scelta della tecnica analitica è spesso influenzata da altre informazioni raccolte sul caso. Ad esempio, le tracce sul corpo di una persona implicano l’uso di droghe per via endovenosa.