Pio XII conservazione: cedette, ancora in vita, alle “cure” dell’archiatra che decise di avvolgere il cadavere in strati di cellophane ed erbe aromatiche
La storia papale, che perdura ormai da circa due millenni, è costellata da figure e da eventi che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia. E, chiaramente, non possono mancare anche le varie bizzarrie e stranezze. E in questo senso, quando si pensa ad un papa, soprattutto in un’epoca più moderna, e lo si cerca di abbinare ad un senso di bizzarria, l’immediato pensiero va ad Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, al secolo noto come Pio XII.
Spesso controverso e criticato, papa Pio XII, nella morte, fu suo malgrado sfortunato protagonista di momenti macabri e grotteschi. Il pontefice, infatti, ancora in vita decise di affidarsi all’archiatra Riccardo Galeazzi Lisi, dottore che riuscì a convincerlo circa la bontà delle proprie innovazioni in ambito medico. Lisi, infatti, garantì a Sua Santità che una nuova tecnica da lui brevettata, e che consisteva nell’avvolgere il cadavere in strati di cellophane inframezzati da erbe aromatiche e spezie, avrebbe permesso al corpo del defunto di conservarsi bene anche diversi anni dopo dalla sua scomparsa. Sarà stato l’inizio di un vero e proprio dramma per le spoglie del papa?