I pesticidi e le moderne pratiche di gestione dei parassiti hanno contribuito a garantire un approvvigionamento alimentare affidabile, economico, vario, nutriente e sicuro. Ma che cosa sono esattamente i pesticidi?
I pesticidi sono sostanze chimiche che uccidono o impediscono la crescita di erbe infestanti (erbicidi), batteri (disinfettanti e antibiotici), muffe e funghi (fungicidi) e insetti nocivi (insetticidi). Alcuni pesticidi si trovano naturalmente nel terreno, mentre altri si trovano in composti isolati da particolari piante. Molti agricoltori cercano di controllare i parassiti nel modo più efficace e meno distruttivo praticando la cosiddetta gestione integrata dei parassiti.
Questo approccio comprende la piantagione in compagnia di piante che contengono pesticidi naturali, la rotazione delle colture, l’uso di ceppi sterili di insetti o feromoni di insetti (per alterare i modelli di riproduzione e quindi ridurre la popolazione di insetti), predatori naturali di insetti, ceppi di piante resistenti ai parassiti, tecniche di previsione statistica e, quando necessario, pesticidi chimici.
Ma allora c’è da preoccuparsi dei residui di pesticidi? La risposta è un “no”… qualificato.
Il limite superiore della quantità di pesticidi residui consentiti sia sugli alimenti crudi che su quelli trasformati è stato accuratamente stabilito ed è applicato rigidamente in ogni Paese. Questi limiti superiori sono di gran lunga inferiori ai livelli di esposizione considerati dannosi. Tuttavia, per ridurre ulteriormente l’esposizione ai residui di pesticidi, è possibile adottare alcuni accorgimenti, come scegliere con cura i prodotti che acquisti (evita tagli, buchi o segni di decomposizione) e lavare accuratamente tutti i prodotti con acqua (non sapone) per rimuovere i residui superficiali.
Ancora, puoi strofinare accuratamente carote e patate e altri ortaggi a radice, lavare altra frutta e verdura fresca con una spazzola, resistere alla tentazione di sbucciare mele, pere, cetrioli, patate e altri prodotti con buccia commestibile, perché la sbucciatura rimuove una preziosa fonte di fibre, e infine rimuovere le foglie esterne (e le foglie interne che sembrano essere danneggiate) dalle verdure a foglia come lattuga e cavolo.