L‘intervento chirurgico può essere un’opzione utile per fronteggiare la vitiligine, ma solamente se per voi la terapia della luce e i farmaci non hanno funzionato. La chirurgia può essere utilizzata anche con altre terapie, con l’obiettivo ultimo di uniformare il tono della pelle, ripristinando il colore.
Per quanto attiene gli interventi, un’operazione è quella dell’innesto cutaneo: in questa procedura, il medico rimuove sezioni molto piccole della pelle normale e pigmentata e le “attacca” alle aree che hanno perso il pigmento. Questa procedura è talvolta utilizzata se si hanno piccole macchie di vitiligine. Possibili rischi includono infezione, cicatrici, un aspetto non particolarmente omogeneo e la mancata ricolorazione dell’area da ricolorare.
Un’altra operazione è quella legata alla creazione di “bolle”: in questa procedura, il medico crea vesciche sulla pelle pigmentata, di solito con una tecnica di aspirazione. Il medico rimuoverà poi le parti superiori delle vesciche e le trapianterà in una zona di pelle scolorita. Possibili rischi includono cicatrici, l’aspetto non omogeneo e la mancata ricolorazione dell’area. E i danni alla pelle causati dall’aspirazione possono provocare un’altra chiazza di vitiligine!
C’è poi la tecnica della micropigmentazione. In virtù di questa tecnica, il medico utilizza uno speciale strumento chirurgico per impiantare il pigmento nella pelle. È più efficace nelle labbra e intorno alle labbra nelle persone con carnagioni più scure. Gli svantaggi includono la difficoltà di abbinare il colore della pelle e la possibilità che il tatuaggio inneschi un’altra chiazza di vitiligine.
Per il futuro, vi sono inoltre potenziali trattamenti che potrebbero portare risultati di grande rilievo. per esempio, è allo studio un farmaco che possa stimolare le cellule che producono colore (melanociti). Chiamato afamelanotide, questo potenziale trattamento viene impiantato sotto la pelle per favorire la crescita dei melanociti.
Si sta altresì studiando un farmaco che aiuta a controllare i melanociti. La prostaglandina E2 è stata testata come un modo per ripristinare il colore della pelle nelle persone con vitiligine localizzata che non si sta diffondendo. Si applica sulla pelle come un gel.
C’è poi allo studio un farmaco che inverte la perdita di colore. Il Tofacitinib, un farmaco orale tipicamente usato per trattare l’artrite reumatoide, ha mostrato un certo potenziale come trattamento della vitiligine.
Detto ciò, il nostro suggerimento non può che essere quello di parlarne con il vostro medico di riferimento per poter evitare di andare incontro a trattamenti non in grado di rispondere puntualmente alle vostre specifiche condizioni di salute.