L’agliofobia non è la paura dell’aglio, quanto invece il timore di provare dolore, fisico o psichico. Sono sinonimi del termine anche algofobia e odinofobia e si tratta di una tra le fobie riconosciute più diffuse, anche se ogni soggetto la manifesta in modalità particolari e specifiche. Stiamo parlando in senso lato di un disturbo dell’ansia: il soggetto che ne soffre tende a temere molteplici esperienze perché teme che possano provocare dolore intenso o insopportabile.
Come si manifesta l’algofobia
Soffrire di algofobia può essere una condizione fortemente invalidante. Questo perché l’algofobico che soffre in forma grave di questo problema può trovarsi nell’impossibilità di svolgere qualsivoglia attività quotidiana. Ci può provocare dolore fisico andare dal dentista, ma lo stesso dicasi per la sensazione di fastidio che si prova a causa della stanchezza, cosa che vieta a chi soffre di algofobia di fare una passeggiata in compagnia. Molti algofobici temono fortemente non solo il dolore fisico, ma anche quello emotivo; a causa della loro patologia tendono a non stabilire rapporti intensi e duraturi, per il timore di soffrire nel momento in cui si verifichi una rottura. Trattandosi di un disturbo dell’ansia l’algofobico manifesta una serie di problematiche correlate alla sua patologia, quali attacchi di panico, stresso o anche problematiche a carico dell’apparato gastroenterico.
Conseguenze estreme
Come abbiamo detto l’algofobico rifugge qualsiasi situazione che ritiene possa causargli qualsiasi tipo di dolore o sofferenza. Questo li porta a concentrarsi in modo eccessivo sul futuro, soprattutto su quello prossimo, valutando ogni singola esperienza che si può verificare nel corso della giornata. Tutte quelle attività che possono causare dolore e sofferenza verranno di preferenza evitate. In stadi particolarmente avanzati e gravi della patologia il soggetto che ne soffre tende a non uscire di casa, a non svolgere alcuna attività, a non frequentare nessuna persona, se non in casi strettamente necessari. Anche chi soffre in modo non eccessivo di algofobia tende comunque ad evitare alcune esperienze, come ad esempio una cura medica o un incontro con una persona che non vede da tempo o un’attività fisica. Stiamo quindi parlando di una fobia particolarmente invalidante.
Le cause dell’agliofobia
Temere di provare dolore è una problematica correlata in genere a dei traumi avvenuti durante l’infanzia. Spesso infatti l’algofobico tende ad evitare particolari e specifiche esperienze, soprattutto nelle fasi iniziali della fobia. Si manifesta ad esempio in soggetti che hanno sofferto di una grave malattia da piccoli, che li ha costretti a subire vari interventi chirurgici o a trascorrere lunghi periodi in ospedale. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la sofferenza psicologica: chi ha perso più persone care, o è stato lasciato più volte nella vita, tende ad evitare i rapporti emotivi intensi, perché teme il dolore dell’abbandono. Ci sono situazioni in cui la fobia è scatenata non da un trauma specifico, ma da un’ansia immotivata scatenata da una sofferenza psichica da correlare alla bassa autostima o a problematiche di altro genere.
Come si cura l’algofobia
Trattandosi di un disturbo complesso, che in genere proviene da più generali problematiche che possono far parte della sfera dell’ansia, è importante che sia un professionista a diagnosticare l’algofobia e a consigliare una cura. Si tratta per altro di rivolgersi alla psicoterapia, la cura quindi può consistere in un percorso durante il quale si migliora la considerazione che il soggetto agliofobico ha di sé, la sua capacità di sopportare le frustrazioni e la possibilità di gestire l’ansia. In molti casi il terapeuta deve attivarsi per migliorare la percezione del singolo, dei suoi successi e dei suoi insuccessi, facendogli comprendere che nel corso delle esperienze ci sono sempre lati positivi e lati negativi.